giovedì 1 marzo 2018

Il mito della caverna di paltone
il mito della caverna, raccontato nel libro VII della Repubblica. Il flosofo greco immagina che alcuni schiavi siano incatenati fn dall’infanzia in una caverna in modo tale da vederne solo il fondo, sul quale sono proiettate le ombre prodotte da statuette che vengono fatte passare alle loro spalle, al di sopra di un muretto, illuminate da un fuoco.
Dalla loro posizione, gli schiavi non vedono le statuette e credono che le ombre siano l’unica e la vera realtà esistente. Uno schiavo, però, si libera e riesce a vedere le statuette, fonte delle ombre; uscito dalla caverna, può capire, quando gli occhi si sono abituati alla luce, che a loro volta le statuette non sono la vera realtà, che è invece al di fuori della caverna. Ma, abbagliato dalla luce, non può vedere le cose subito: deve prima accontentarsi
delle
immagini rifesse nell’acqua, fnché tutto gli appare più chiaro e può alzare lo sguardo addirittura al sole che tutto illumina.
Lo schiavo, identifcabile con Socrate non si accontenta di tenere per sé la scoperta fatta, ma rientra nella caverna per portare la verità agli altri schiavi .
viene inizialmente deriso da chi non crede a una realtà diversa da quella fno allora contemplata, e infne ucciso. Il mito illustra bene il presupposto di fondo di tutta la flosofa di Platone, l’unione tra conoscenza, educazione e politica.

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