domenica 3 giugno 2018


                                                                    Alla scuola di Gesù 
In, seguito le parole: si avvicinarono a lui i discepoli, vanno intese nel senso di scolari che pongono dei problemi al maestro, esaminando chi è il più grande nel regno dei cieli.
Da questo punto di vista i discepoli di Gesù sono certo da imitare: se mai tra noi non trovassimo risposta ad un quesito, avviciniamoci a Gesù che è presente dove due o tre sono radunati nel suo nome, ed è pronto con la sua presenza, a seconda delle nostre capacità, ad illuminare i cuori di coloro che sinceramente vogliono mettersi alla sua scuola per la comprensione dei quesiti.
Non è poi fuori luogo avvicinarsi anche ad uno dei maestri stabiliti da dio nella chiesa e porre a lui una domanda analoga: CHI È DUNQUE IL OIU GRANDE NEL REGNO DEI CIELO ?
     
                     La casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia

Gesù cristo ricorre spesso alle parabole nel quale vengono utilizzati esempi concreti per rendere comprensibili concetti complessi.
Gesù paragona l’uomo che ascolta la parola di dio a colui che costruisce la casa sulla roccia e quindi resiste alle difficoltà della vita , e l’uomo che si chiude al messaggio divino a colui che invece costruisce sulla sabbia.
Chiunque viene a me, ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile. È simile ad un uomo che fabbrico una casa, scavo, andò in profondità e pose le fondamenta sulla roccia.essendo sopravvenuta un’inondazione, il fiume irruppe contro quella casa ma non poté scuoterla, perché era stata ben costruita. Chi invece ascolta e non mette in pratica è simile ad un uomo che edificò una casa sulla terra senza fondamento. Il fiume il ruppe contro e subito crollò  è fu la grande rovina di quella casa.

martedì 22 maggio 2018

                                            
                                              il nome della rosa






Nel novembre del 1327 i due arrivano nella ricca abbazia per svolgere un delicato incarico diplomatico: fare da mediatori tra gli alti esponenti degli ordini religiosi per ricomporre la frattura fra papato e impero. Dopo il loro arrivo, l'abbazia viene sconvolta da una serie di morti inspiegabili. L’intera vicenda si sviluppa in sette giorni, che Adso nelle sue memorie suddivide secondo la scansione del giorno della regola benedettina: mattutino e laudi, ora terza, ora sesta, ora nona, vespri, compieta.
Il primo delitto è nei confronti del miniaturista Adelmo, un monaco ancora giovane che aveva avuto un rapporto sessuale con Berengario, l'aiuto bibliotecario, il quale gli aveva promesso di mostrargli un libro particolare.
Il giovane miniatore, di cui Berengario era però innamorato, aveva ceduto alle sue lusinghe e al peccato solo per soddisfare la curiosità del suo intelletto nei confronti del libro, ma pentendosi e sentendo pressanti i sensi di colpa, finì per suicidarsi buttandosi da una finestra della biblioteca.
Intanto, Venanzio, monaco traduttore dal greco e dall'arabo e devoto ad Aristotele, era riuscito ad entrare nel Finis Africae, cioè nel luogo della biblioteca dell'abbazia dove erano nascosti i libri ritenuti maledetti e a sottrarre un libro molto strano e particolare. Comincia a leggerlo ma, arrivato nelle cucine sotto la biblioteca, muore.
Il corpo del monaco viene rinvenuto da Berengario che, preso dal panico, prende il corpo di Venanzio in spalla e lo butta in un orcio di sangue, inscenando una morte per annegamento e sperando che tutti se ne convincessero nel trovarlo morto così. Con il corpo, trova anche lo strano libro e ne viene attratto.
All’improvviso però, mentre sta iniziando a leggerlo, prova un malessere diffuso e si reca nei bagni per rinvenire. È proprio lì che anche lui troverà la morte, morendo nella vasca.  Sarà Severino da Sant'Emmerano, il padre erborista, a ritrovare il libro che Berengario, morendo, aveva lasciato incustodito, ma presto verrà assassinato con un colpo alla testa da Malachia, il bibliotecario, manipolato da Jorge da Burgos, un vecchio frate cieco.
Malachia, però, finisce per cedere alla tentazione di aprire il libro per leggerlo: morirà in chiesa davanti agli occhi di tutti i frati.
L'ultimo assassinato è l'Abate, che morirà lentamente soffocato in una stanza segreta della biblioteca.
Durante la settimana di permanenza nell'abbazia, Gugliemo condurrà le ricerche per scoprire la natura degli omicidi e per tentare di stanare il colpevole, attraverso colloqui, interrogatori e osservando il comportamento dei frati. Capisce ben presto che tutti i delitti sembrano ruotare attorno alla biblioteca del monastero, che nasconderebbe un misterioso segreto. Guglielmo da Baskerville, con l’aiuto del suo allievo, comprenderà, grazie al suo ragionamento critico, che i delitti muovono dalla biblioteca, la più grande della cristianità, costruita come un labirinto il cui accesso è noto solo al bibliotecario e dove esiste, come abbiamo visto, una sezione finis Afrìcae a tutti inaccessibile.

Guglielmo e Adso riescono a penetrarvi e sciolgono il mistero.

venerdì 18 maggio 2018

 

                    L'EDUCAZIONE DEL CAVALIERE 

L'educazione cavalleresca è rivolta ai membri dell'aristocrazia non destinati alla carriera ecclesiastica.
L'educazione è la prima forma di educazione laica medioevale.
Al futuro cavaliere vengono insegnati la lealtà al proprio signore e la fedeltà agli impegni assunti. Deve imparare a prendersi cura dei deboli e indifesi, come le donne e i bambini. Il suo compito sarà anche la difesa della Chiesa.
La formazione cavalleresca comincia molto presto:
- a sette anni il ragazzo viene affidato come paggio a un gentiluomo, impara a cavalcare e ad usare armi;
- a quattordici anni viene inviato come scudiero presso un castello o presso la corte stessa del sovrano se appartiene ad una famiglia importate: impara l'arte della conversazione e arti come la danza e il canto;
- a ventun anni diventa cavalier
e.

L'EDUCAZIONE NELLA CIVILITA' MUSULMANA: IL MONDO ARABO PREISLAMICO, LA TRADIZIONE ORALE 

La civiltà araba si sviluppa nella penisola arabica, grazie all'impulso di Maometto, fondatore del'Islam.
L'Arabia è abitata soprattutto da tribù nomadi dedite alla pastorizia: i beduini si spostano continuamente, portando con sè tutti i propri beni.
I poemi preislamici hanno anche un carattere pedagogico: insegnano ai giovani i propri compiti e raccomandano i valori come l'ospitalità, generosità e carità.

 




 La nascita dell'Islam si deve al profeta Maometto.

Il testo sacro dell'Islam è in Corano. Maometto ai ritiene l'ultimo profeta, preceduto da Cristo, ma non figlio di Dio.
Egli non sa leggere e scrivere, trasmette quindi il contenuto del Corano oralmente.
La religione islamica prevede 5 pilastri:
-testimonianza di fede;
-cinque preghiere quotidiane;
-pagamento dell'imposta coranica;
-pellegrinaggio a La Mecca;
-digiuno rituale (Ramadan) nel nono mese lunare.

          

                               Educazione nell'Islam

 Cinque pilastri sono alla base dell'educazione del fedele musulmano.
Il Corano è un codice religioso, giuridico, morale e sociale.
L'Islam raccomanda una formazione complessiva dell'essere umano: corpo, ragione, spirito, istinti e sentimenti.
L'educazione è dunque contraddistinta da un'impronta religiosa: bisogna trasmettere due valori fondamentali, la fede e la conoscenza attraverso la rivelazione coranica.

                                                                    Alla scuola di Gesù  In, seguito le parole: si avvicinarono a lui i di...